Bruxelles, imbrattata statua ex re Leopoldo II

Sulle scie di protesta della morte dell’afroamericano George Floyd è stato imbrattato il busto di re Leopoldo II, ex sovrano del Belgio. Ma qui la storia è molto più antica.

Re Leopoldo II è stato sovrano del Belgio dal 1865 al 1909. Una delle monarchie di cui si parla poco, ma che tanto ha fatto discutere. Iniziò la sua ascesa al senato belga nel 1855 (mentre suo padre era alla carica del paese). Fin da subito subentrò in lui l’idea o l’ossessione di far crescere il Belgio rendendolo pari alle grandi potenze europee. La necessità di un impero coloniale, quindi, divenne per lui il punto cruciale della sua reggenza e più tardi del suo trono.

Alla morte del padre, Leopoldo ascese al trono belga. In politica interna intervenne prettamente dal punto di vista militare, per favorire la storica neutralità del Belgio. In un periodo di forti coalizioni tra i grandi stati europei, ciò gli valse il favore della popolazione e al paese una buona prosperità. Era percepito dai belgi come il “Re Costruttore” proprio per le innumerevoli opere architettoniche erette e per la moltitudine di progetti urbanistici, specialmente nelle città di Bruxelles, Anversa e Ostenda.

Iniziò ad interessarsi attivamente alla sua idea di colonizzazione nel 1866. Vari furono i tentativi falliti: a Madrid discusse con la regina Isabella II di Spagna in merito ad una possibile cessione delle Filippine, ma non andò in porto per mancanza di fondi. Successivamente e con vari tentativi fallì anche in Asia. Nel 1876 organizzò una compagnia privata finalizzata al commercio in Congo (Africa), ma camuffata come Associazione Internazionale per l’Esplorazione e la Civilizzazione del Congo. Alla conferenza di Berlino 1884-85 i rappresentanti di tredici stati europei e degli Stati Uniti concessero pieni poteri a Leopoldo come sovrano del territorio da lui rivendicato, territorio 76 volte più grande del Belgio. Il 5 febbraio del 1885 fu istituito lo Stato Libero del Congo e fu conferito a Leopoldo di dominio personale. Qui iniziò il genocidio dimenticato.

Re Leopoldo invase ufficialmente il Congo dominandolo e sfruttandolo a livello economico e morale. Il suo maggiore interesse era il commercio della gomma, prodotto che veniva raccolto dagli indigeni ormai costretti alla schiavitù, denutriti e cacciati dalle loro terre. Quotidiani erano gli atti di tortura, ma la pratica maggiormente utilizzata era la mutilazione delle mani senza distinzione tra uomini, donne o bambini; chiunque non raccoglieva abbastanza gomma poteva essere torturato o mutilato.

Bambini mutilati in Congo,sotto il Dominio di re Leopoldo II per non aver raccolto la gomma stabilita durante la giornata di lavoro

Si stima che in quasi 20 anni di dominio il popolo congolese sia passato da 25 milioni di persone a 12 milioni (senza contare torture e mutilazioni). Nel 1908 re Leopoldo fu costretto a cedere lo Stato Libero del Congo al parlamento belga e il 15 novembre di quell’anno fu ribattezzato Congo belga. La caduta fu favorita in realtà solo da un pugno di eroi (giornalisti, missionari, esploratori o diplomatici), i quali armati di solo coraggio andarono a scoprire e a diffondere le atrocità commesse lì. In particolare si ricordano: Alice Seeley Harris e suo marito John Harris, che agli inizi del novecento girarono la foresta congolese con la bibbia in una mano e una macchina fotografica nell’altra. È grazie a loro se oggi abbiamo i maggiori documenti fotografici. Quando il governo belga lo diseredò dalla sua colonia re Leopoldo fece bruciare per 8 giorni consecutivi i suoi archivi inerenti al Congo e disse: “Regalerò ai belgi il mio Congo, ma non avranno diritto a sapere ciò che vi ho fatto”.

1909 – Letto di morte di re Leopoldo II

Innumerevoli furono gli scritti raffiguranti le brutalità commesse dal re. Tra questi si ricordano: “Gli spettri del congo” (1998) di Adam Hochschild e “Il soliloquio di re Leopoldo” (1905), sarcastica satira politica scritta da Mark Twain. La stampa italiana dell’opera risale al 1982.

Nel 2005 a Kinshasa (capitale del Congo) fu eretta una statua che lo raffigurava. Secondo il ministro della cultura congolese Christoph Muzungu, la popolazione avrebbe dovuto tener conto anche dei benefici economici che portò. La statua, invece, fu abbattuta dai civili 2 ore dopo essere stata eretta.

Pochi giorni fa a Bruxelles è stata vandalizzata una statua equestre dello stesso sovrano, mentre il 12 giugno è stato imbrattato con della vernice rossa un suo busto esposto a Auderghem ( sud-est di Bruxelles).

“La neutralità aiuta l’oppressore, non la vittima. Il silenzio incoraggia il tormentatore, mai il tormentato.” (Elie Wiesel)