Pakistan, 25enne trovata morta: lapidata da suo marito e dai parenti

Il 28 giugno in Pakistan, nel distretto di Jamshoro, provincia meridionale di Sindh, si è consumato l’omicidio di una giovane venticinquenne, Wazirah Chahchar, lapidata da suo marito e dai parenti. Si parla di “delitto d’onore”, ma nulla è ancora chiaro sulla vicenda. L’avvenimento è stato reso noto il 5 luglio dagli attivisti per i diritti umani tramite i social. Il corpo della ragazza, ritrovato in una zona collinare, è stato sottoposto ad un’autopsia in una struttura sanitaria locale, ma nessun risultato è stato diffuso o reso noto. Ciò che è chiaro, però, è che la giovane è stata sottoposta a torture deplorevoli, colpita ripetutamente con pietre e bastoni. Il padre della ragazza, Gul Muhammad, afferma che la causa scatenante l’ira del marito, Ali Bakhsh, e dei parenti sia dovuta a dei problemi interni tra le due famiglie. Il marito, invece, afferma che sia stato il padre ad uccidere la figlia perché contrario al loro matrimonio. Le forze dell’ordine pakistane stanno ricostruendo i fatti. Al momento i presunti assassini si trovano ancora a piede libero.

Il Karo-kari in Pakistan

È cosi che viene definito il “delitto d’onore” in Pakistan e, nonostante ci sia una legge che lo vieti, è un’usanza ancora fortemente in uso. Dal 2016, infatti, anno dell’entrata in vigore della legge che prevede l’abrogazione di quest’usanza, si contano 1.280 persone uccise. Supponendo che nella maggioranza dei casi i delitti non vengono neanche denunciati, il numero potrebbe risultare superiore.In Pakistan la maggior parte dei delitti viene effettuato dai mariti nei confronti delle figlie o delle mogli. Nella nazione è molto alto il tasso di rapimento di donne che vengono poi stuprate dai rapitori. A volte queste donne rapite vengono restituite alle proprie famiglie, le quali, per non dover subire l’umiliazione di una figlia o moglie disonorata, le uccidono.I casi, però, in realtà posso essere molteplici; ad esempio, è possibile ricorrere al karo-kari anche in caso di rifiuto di matrimonio combinato. I delitti sono commessi maggiormente nei confronti delle donne, ma in rari casi anche nei confronti di giovani uomini

I familiari chiedono la verità

Le forze dell’ordine pakistane stanno ricostruendo gli ultimi istanti di vita della giovane Wazirah.Al momento sono stati fermati il marito e il cognato della vittima. I due coniugi erano sposati da cinque anni e la ragazza era incinta di due mesi. I sospettati potrebbero essere accusati di pluriomicidio. I familiari fanno appello al Primo Ministro del Pakistan affinché venga fatta giustizia. In seguito all’autopsia il corpo è stato affidato a suo fratello e a suo padre. I familiari lo hanno portato nella sua città natale esponendolo sulla strada principale. Un atto di protesta nei confronti di una fine disumana.

Il Delitto d’onore

In molti paesi del mondo, soprattutto in Medio oriente, il “delitto d’onore” è un fenomeno altamente diffuso.Anche Italia, nel 1930, la legge prevedeva che uccidere una moglie, figlia o sorella adultera era da reputarsi meno grave che uccidere una qualsiasi altra persona. Infatti, l’articolo 587 del codice penale diceva: “Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella nell’atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d’ira determinato dall’offesa arrecata all’onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni [..]”. Nella maggioranza dei casi gli omicidi venivano puniti in modo irrisorio. Per “delitto d’onore” si intendeva la quasi legittimità di un omicidio commesso, in particolar modo, dal marito nei confronti della moglie trovata a letto con un altro uomo. Poteva anche essere caratterizzato da una diversa situazione. Se una giovane donna veniva stuprata, per lei esistevano solo due possibilità: il matrimonio riparatore (sposare lo stupratore) o l’assassinio della donna. In entrambi i casi, come ora in alcune parti del mondo, ciò serviva a preservare l’onore della famiglia. L’articolo 587 è stato messo in discussione la prima volta nel 1975 con la riforma del Diritto alla famiglia. Successivamente, nel 1981 fu abrogato.